lunedì 26 gennaio 2009

De' Nomi Academici

DE’ NOMI ACADEMICI

PERCHÉ
sia da promuoversi un cangiamento
di taluni nomi academici attualmente in uso, ad
uniformatione de’ talaltri: come altresì qual’essi sieno & in qual maniera cangino.

DISCORSO ACADEMICO

da leggersi in Idioma Volgare
in occasione dell’approvatione della
Regula Academica
del Sig. Academico Tagliapietre

G A N Z V S
(nunc sed forte ne postea)

Hanno L. S. Illustrissime altretanta auttorità di comandarmi, quanto io desiderio di servir Loro, il quale è in me, del pari, genio di riuerente elettione, che violenza d’obligo infinito. Et quella et questo tanti, ch’i’ non esito a scrivere ne lo volgare idioma, ch’essi, pur me contrario, auttoreuolmente elessero quale lingua academica.
Essi si degnarono non solo di mirare, al solito, con occhio benigno, que’ Nomi, c’hò promossi primieramente nell’Academia de’ Signori TAGLIAPIETRE, et d’honorarli de le di loro lodi; ma conuennero nel farmi manifesto d’hauer concepita oppinione vantaggiosa de lo mio debole giuditio, coll’incoraggiarmi, ch’io disserta qualche norma di formar regolatamente li Nomi Academici. Li seruirò con la prontezza, che deuo, protestando Loro però prima la dificoltà, che porta seco il trattar, nell’angustia d’una lettera, materia, de la quale Ingegni grandi hanno formati intieri Volumi. Cedano pure la pouertà de lo mio talento alla diuotione de la mia obedienza, tanto più, ch’io mi assicuro, che L. S. Illustriss. si degneranno questa volta di così ben compatirmi, come hanno voluto, in ogni tempo, benignamente fauorirmi.
Lo Nome Academico, parlandone in generale, benché sia inuentione perduta de’ nostri secoli, hà tratto la sua prima origine da le Academie gloriose che honorarono la nostra Natione. Esse, Madri di quest’Arte in Italia, conoscendo esser cosa dificile lo definirlo perfettamente, in vece di darne definitione, assignarono cinque conditioni, che in lui si ricercano. C’habbia giusta proportione di corpo, et d’anima; che non sia ne troppo facile ne troppo oscuro da intendersi; che sia vago a sentirsi; che contenga humano riferimento a chi l’indossa; e c’habbia motto diverso dall’idioma di colui che lo ‘nuenta.
Compatiscano, suplico, alla mia temerità, se per servir Loro, mi fò lecito d’aggiungere alle definitioni di tant’huomini anch’io la mia, con dir breuemente, che lo perfetto Nome è un’espressione di nobile concetto dell’animo, proposta acutamente, & metaforicamente alla comune intelligenza, per mezzo di costrutti Simbolici conueneuoli, et di parole adequate, et significanti. Siasi questa mia definitione, totalmente impropria, e sconueneuole, ò almeno in qualche parte accettabile, non manca sapere, et giuditio à L. S. Illustrissime per conoscere, che forse non mi son diuiato gran fatto da’ documenti d’Aristotile, alhora ch’Egli assignò le regole di definir perfettamente le cose.
Pare a me, che da questa definitione possa dedursi, che quatro sono le cagioni, che concorrono al componimento de lo Nome. L’una Materiale, ch’è il Corpo; l’altra Formale, ch’è il Significato per via di similitudine, et di metafora; la terza Finale, ch’è lo concetto dell’animo, che s’esprime; la quarta, et ultima, l’Efficiente, cioè l’intelletto de l’huomo, che forma lo Nome.
Sopra questi due poli de la definitione, et de le cagioni, che concorrono a componer lo Nome, s’apre a lo diligente intellecto l’inadequanza de que’ Nomi che non rispondono manifestamente punto a la cagion Formale et etiandio, consequentemente, a la proportion d’anima (essemplo ne sia lo nome mio primiero GANZVS), et, più nascostamente, a la cagion Materiale, sia sendo, com’è, la di loro deriuatione, del tutto esterna a le hodierne conditioni Academiche (l’essemplo precedente mi conforta anc’hora, et aggiungerui potrei quello de lo CVBA LYBRAE), sia sendo lor significatione falsa: non saprei dir io lo SMILTIVS smiltior PAERTHYCO, ò ‘l PAERTYCVS smiltior THYSICO.
Ciò potrà bastare à L. S. Illustriss. in materia de le conditioni, che si ricercano ne lo perfetto Nome Academico. Su la cagion Efficiente, priego lo ‘ngegno mio di suggerirmi et la di Loro patientia di persistere. Resti seruita, ch’io passi ad essaminar quelle, che si richiedono nel motto, a cui molti danno impropriamente nome d’anima; poiche l’anima vera del corpo de lo Nome è lo concetto significato; & il motto non è altro, che un’espressione del legame, ch’unisce l’anima al di lei corpo, riducendolo ad una sola intelligenza, proprietà, et similitudine.
Io per me credo, che l’acutezza, et lo significato proprio, et adequato siano le vere conditioni, che bastano a constituire lo Nome perfetto; et che tutte le altre non s’habbiano da considerare se non come valeuoli à conferirgli maggior perfettione. Tale sarà in loro, conforme l’oppinione d’alcuni, il senso equiuoco, spiegato con nomi, et verbi di significato doppio; tale l’antitesi, cioè il contrapposto unito alla breuità; tale l’idioma Latino, che più d’ogni altro è lodeuole; e tale l’esser egli tolto da classico Aure; che sono quatro conditioni non assolutamente necessarie nel motto; ma quando alcuna di queste concorresse in lui, lo renderebbero più perfecto, & quando tutte, riuscirebbe perfectissimo, & admirabile.
Hauendo io detto, che lo motto è un’espressione de lo legame, ch’unisce l’anima, cioè il concetto, a lo corpo de lo Nome, mi resta il soggiungere, ch’egli hà da spiegare lo significato de la figura, et la figura reciprocamente hà da far noto il senso di lui, con tale artifitio et dispositione, che ne l’una senza l’altro, ne l’altra senza l’uno sieno intesi, et congiunti insieme rendano chiaro lo concetto, anche a gl’intelletti mediocremente capaci, & eruditi; escludendone però sempre quelli de la roza, & ignorante ispecie.
Detto concetto hà dunque da esser particolare, cioè appartenente a quel sol personaggio, che lo Nome designa, non estendendosi a documenti morali, che tendano ad insegnare uniuersalmente ad altri. Si ricerca, che sia nobile, non meno in se stesso, che per lo carattere et particolarità de lo Academico.
Niuna de le L. S. Illustriss. habbia ad ofendersi se lo discorrere mio del cangiamento di taluni Nomi troua lo suo initio ne la personalità de l’Academico CVBA LYBRAE, membro nostro dignissimo di lusingheuole lode per l’essere promotore de le publicationi de l’Academia, da la quale in progresso di tempo fù scorto per tanto versato, & intendente in quelle, che gli comunicaua, à guisa vicendeuole de’ membri tutti, le di lei fatiche, et proponendogli allo spesso dificultà, godeva d’udire i di lui pareri con euidente dimostratione di stima non mezzana. Per nobilitare le Vertù più peregrine, et sublimi nacque l’anno 1977 da Famiglia in Bologna non solamente annouerata fra le più nobili, ma etiandio in Ferrara. Questi da gli anni più teneri applicato a gli studij più ameni fù tanto vago de le matematiche Discipline, che alzatosi in età più adulta a la profonda cognitione de la Computatione, coltivò le amicitie de’ maggiori professori di sì belle facultà, de la cui presenza la nostra istessa Academia si gloria. Essendo egli conosciuto d’ingegno fioritissimo in tutte le più belle Dottrine, non meno in quella Logica, diè saggio della stima ch’ei fece di tanta fallacia alhor che sorprendendosi in tutto meschino nell’aggradarsi di quel mirabile frutto di nostra terra che appelliamo VINO, coltivò la conuersione propria a tanto diletto, diuenendone valorosissimo intenditore & ineguagliabile estimatore. Ma ne la ricerca de le delitie et solide et liquide, fauoreggiando non ordinariamente la parte de lo nostro motto che recita SINE PECUNIAM PROFUNDERE et ne lo dilemma di quella repugnantia interiore a la Sua propria humana essentia, sempre abbracciò egli con affetto le gratie & li agij de le crumine nostre, tanto da potersi dire OECONOMICVS.
I Rampolli delle Prosapie grandi porgono in tutti i secoli pretiosi, et maturi frutti di gloria. Lo Congresso nostro hà veduto verificare questo asioma ne la persona de l’Academico SMILTIVS, che apprese ne lo Collegio de’ Nobili di questa Patria i primi rudimenti de le umane Lettere; passò a più graui studij de la Filosofia, et de le Leggi, de le quali ne riceuè la Laurea, et ne seppe restituire et spargere raggi luminosissimi di Vertù. Li Collegij de l’una, et de l’altra facoltà a gara l’aggregarono al loro numero, et la nostra Academia sin da gli anni primieri de la sua giouentude gode la soauità de’ di lui nobili servigij. Merita questo Nome d’essere registrato a caratteri etterni, et di non perir ne le tenebre de l’oblio, auendo somministrato a l’Academia nostra sanguine pretiosissimo et perpetuamente rinovato. Graue sarebbe però la nostra colpa, se al tempo eterno fossimo a consegnare Nome sì falso, et vile dunque, così com’i’ dissi innanzi. Non ebbe mai vanto qualunque più seuero Censore di ravvisare ne la condotta de lo nostro altro di manifesto, che imperitura solertia; imperocche varcati à pena i termini de la fanciullezza, parue che nel rimanente di sua vita, con senno sempre maturo, altro meditar non sapesse, che lo publico servigio di nostra Academia. Così per diuenire insotituto servidore di quella, impiegò lo fiore de l’adolescenza ne gli studij d’umane lettere, & da essi forzossi altresì d’apprendere le regole non meno del bello & bono, che de la efficentia & de la temperatione apparatale & organica. Homo intra numerum, lo auerebbe detto lo nostro dilectissimo Cicero, et noi, di lui discipuli, EURYTHMICVS lo appelleremo.
Graue è lo pecato di colui che spende motti ne lo dir di sè, ma le L. S. Illustriss. mi perdoneranno se tanto là è lo mio ardire spinto da amor di completezza et da ragion fondata su’ miei primieri detti. Lo farò con breuità anchor maggiore di quella che ho sin qui perseguito. Io, GANZVS da voi conosciuto, amo ogni sorta di cibo ad eccetione d’una, ch’è latte longamente coagulato. Li Greci, che asieme a li Latini sono da anouerare Genitori patritij di questo nostro tempo, diceuano PHORMÒS la cesta in cui aueniua detta coagulatione de lo latte, da cui deriua senza imbarazo lo Nome proprio di MYSOPHORMOTICVS.

Appellatio Paerthyci ac Synthetici ac Thysici bona atque honesta nobis pemanet.

Sò, che il viuissimo talento di L. S. Illustriss. haurà saputo meglio intendermi di quello, ch’io habbia saputo dichiararmi. Sottopongo le mie inettie a lo
Loro purgatissimo giuditio; et resto con desiderio d’altri Loro
comandamenti, nell’esecutione de’ quali mi farò
sempre, & in ogni occorrenza,
conoscere.

Di L. S. Illustrissime,
Divotiss. & Obligatiss. Serv.
Mysophormoticus
(nunc et semper)

3 commenti:

Eurhythmicus ha detto...

La gioia espressa in precedenza non diminuisce, ma aumenta.
Oh, nobile My., quale servigio hai reso a noi tutti.

Lode, lode e ancora lode.

Oeconomicus ha detto...

Pur essendo la pubblicazione di questo discorso a mio nome, ne cedo ovviamente tutti gli onori al vero autore, lo stimatissimo Mysophormoticus, come specificato in calce.

Mysophormoticus ha detto...

Lagrime de comotione a lo mio sembiante.
Mi chiedo però perché compaia sullo schermo un fastidioso Times New Roman anziché l'usuale ed assai più elegante carattere.