venerdì 22 aprile 2011

Trattoria Boni

Via Don Luigi Sturzo, 22/c-d
40135 Bologna
051 6154337
Web: www.trattoriaboni.it



La Trattoria Boni val bene una plenaria!
Sulle tracce di nonna Irma e nel solco della tradizione felsinea la trattoria Boni è stata la sede per un'adunata plenaria dei Tagliapietre, evento che ha visto risorgere dalle ceneri anche l'icona del Divin Porcello, scomparso a seguito del sacrificio pagano dell'Inftidura dal Ninen di cui era stato probabilmente oggetto in una infausta notte dicembrina.
La Trattoria Boni offre oggi in zona Funivia alle pendici del colle della Guardia l'occasione per una cena che ripercorre piacevolmente per il palato i piatti tipici di Bologna a cui nessuno dei convitati presenti ha voluto mancare.
Partendo dai Tortellini in brodo, piccoli a dovere, dai Passatelli in brodo, ricchi di parmigiano ed in un brodo gustoso, fino a cogliere l'ultima reliquia rimasta di una Lasagna che invece si collocava un gradino più in basso rispetto alla media dei primi piatti proposti. Per chi ha saputo osare di più, ecco gli Spaghetti alla chitarra alla Norcina, con tartufo, pepe e pecorino, assai apprezzati.
Con i secondi, è proseguito l'omaggio alla tradizione: a far la voce grossa il Bollito misto che trovava il suo miglior accompagnamento nella salsa verde, un bollito ricco e vario (gallina, cotechino, testina, costata a risultare la più gradita) e la Cotoletta alla Bolognese, gustosa e nient'affatto salata.
Il tutto accompagnato da ottime patate arrosto, purè ed un triplice fritto misto in cui si assaporava con piacere il contrasto tra il dolce della crema fritta ed il gusto saporito della polenta fritta, per finire nelle zucchine fritte, tutte accostate calde e croccanti.
Un giro di dolci (zuppa inglese, crème caramel), una scelta più audace (pera cotta con gelato ed aceto balsamico, altro piacevole contrasto) e qualche caraffa di vino della casa (che va giù bene e
niente di più) per una spesa totale di 32 euro considerata commisurata alla buona qualità dei piatti proposti.
Una valida trattoria per riassaporare la tradizione bolognese e passare una gradevole serata disputando se si debba o meno girar la frittata durante la cottura ed altre liete facezie.

Maestro di Cerimonia: Oeconomicus
Membri presenti: Paerthycus, Syntheticus (segretario), Thysicus, Eurhythmicus, Mysophormoticus

giovedì 23 dicembre 2010

Terantiga ristorante - albergo

Via Domenico de' Jani, 9/11, 40024
Varignana (BO)
Tel: (0039) 051 695 7234
Web: www.terantiga.com



Adunata prenatalizia 2010 quasi al gran completo, come non se ne vedevano da tempo. A mezz'ora di auto da Bologna, Terantiga è un ristorante - albergo - osteria, nel senso che, oltre all'albergo, ci sono due locali: il Ristorante e l'Osteria che, seppur comunicanti, sono in realtà distinti, tanto che alla prenotazione bisogna specificare quale dei due locali.
Il ristorante ha un menu alla carta ed ambiente più curato, mentre l'osteria, presenta un menu più semplice, vino della casa e soprattutto il "Tutto a Volontà" al cui richiamo non abbiamo ovviamente resistito.
Confesso che temevo che fosse una Sirena ingannatrice, che ci attirasse in un vortice di piatti cucinati approssimativamente, dal condimento pesante e "al sapor di mensa".
Sono stato invece piacevolmente smentito: tutti i piatti che abbiamo assaggiato (e non sono stati pochi) sono preparati bene. Intendiamoci: niente pasta fatta in casa o ricercatezze da alta cucina, ma al prezzo richiesto era ovvio. Non era scontato invece il fatto che i piatti fossero saporiti e tutti i condimenti ben preparati, in modo tale che una robusta mangiata non risultasse eccessivamente difficile da digerire.
Tutte le portate sono servite in fiamminghe che gli affamati avventori si dividono amichevolmente. Il menu prevede come primi piatti:
- garganelli speck e rucola
- gramigna alla salsiccia
- strozzapreti al pasticcio
- pasta e fagioli (forse l'unico piatto un po' deludente)
e come extra non previsto anche un risotto al tartufo (vero, non olio tartufato)
Come secondi ci hanno servito:
- crescentine con salumi, squacquerone e sottaceti, assai valenti
- arrosticini di castrato con pomodori
- pollo e salsicce ai ferri con patate
E infine:
- sorbetto al limone
- caffè
- grappe/liquore

Il tutto era servito a volontà, ma, date le già generose porzioni, non abbiamo richiesto nemmeno un bis.

Comprendendo il vino della casa (come sempre da dimenticare) alla fine il conto è stato di soli 23 euro a testa. Insomma, per una mangiata in compagnia di cucina "classica", questo è veramente un locale da considerare per il rapporto qualità / quantità / prezzo interessante.

Gran Maestro e Segretario: Oeconomicus
Maestro di Cerimonia: Eurhythmicus
Membri presenti: Paerthycus, Syntheticus, Thysicus

domenica 12 dicembre 2010

Trattoria Mattarozzi

Trattoria Mattarozzi
Via Lavino, 312
40050 Monte San Pietro – BO
Telefono: 051/6759078

“Come si arriva al ristorante?”, la domanda. “Sempre dritto”, la più tipica delle risposte, anche se spesso così non è. La trattoria Mattarozzi si trova sulla strada provinciale 29, nel comune di Monte San Pietro, qualche chilometro dopo Calderino: arrivarci è facile, il “sempre dritto” qui è proprio di casa.

Il locale si presenta abbastanza accogliente e spazioso, anche se l’arredamento sente il peso degli anni: all’ingresso il bancone del bar, la sala da pranzo si trova accanto ed è visibile direttamente dalla strada.

Saltando a piè pari gli antipasti (ci sono?) si è partiti direttamente con i primi piatti, vero cavallo di battaglia della trattoria. Deliziosi i tortellini, di sfoglia sottile e di ripieno gustoso, annegati in brodo genuino con tanto di grasso ben visibile in superficie. Buoni i tortelloni, di grandi dimensioni e serviti con un semplice ma efficace burro e salvia. Un po’ sottotono, invece, le tagliatelle ai funghi: la sfoglia fatta in casa, abbastanza grossa e di taglio irregolare, si lega con difficoltà all’abbondante condimento dei funghi. Ultimi ad essere portati in tavola ma vero trionfo della serata i passatelli al tartufo: lunghi, di buon calibro e, con tutta probabilità, cotti nello stesso saporito brodo dei tortellini, sono serviti asciutti e ben coperti da un’abbondante grattugiata di tartufo. Un commento unanime: eccezionali.

Menù tipicamente invernale per i secondi piatti: tigelle e crescentine accompagnate da cinghiale e polenta. Le tigelle sono troppo cotte mentre le crescentine, almeno le prime ad essere servite, sono state annegate nell’olio bollente per così poco tempo da sentirsi senza alcuna difficoltà il sapore della pasta cruda. L’affettato non manca, ma il è cinghiale a strappare i commenti migliori: ben cotto e di sapore convincente anche se leggermente attenuato, svetta tra i secondi piatti surclassando la polenta, poco consistente nella sostanza e nel sapore. Il tutto è stato accompagnato da un paio di vini rossi: quello della casa, un cabernet sauvignon servito in caraffa, sicuramente non in grado di soddisfare il palato; quello in bottiglia, un Lambrusco Grasparossa “Zanasi” di Castelvetro, di tutt’altro tenore e gusto.

Si chiude la cena con creme caramel e panna cotta, a cui si aggiunge un sorbetto. E qui il colpo di scena. Se i primi raggiungono a malapena un voto tra il 5 e 6, è il sorbetto a non convincere: di colore albicocca (ma non doveva essere al limone?), nel sapore ricorda le chewing gum di qualche anno fa. Molto meglio affidarsi ad una grappa prime uve di colore intenso, servita in una quantità decisamente abbondante.

Con un prezzo di 25 euro per primi, secondi e dolce, la Trattoria Mattarozzi si contraddistingue per un discreto rapporto prezzo/ qualità/quantità che vale complessivamente un giudizio di 2 martellini e mezzo.

Gran Maestro e Maestro di Cerimonia: Oeconomicus
Membri presenti:
Paerthycus (Segretario), Eurhythmicus, Thysicus, Mysophormoticus

sabato 20 novembre 2010

All'Arcangelo Michele


Ristorante Vinoteca
Via Castiglia 5/D
Idice di San Lazzaro di Savena
40068 Bologna
Tel. 0516259784
info@arcangelomichele.it



PIM, PUM, PAM! In questo risveglio novembrino i tagliapietre vibrano la terza martellata sull'Arcangelo Michele.

Beh, detta così suona blasfema, ma non ci riferiamo al castigatore del drago satanico ma al ristorante di San Lazzaro visitato da quattro membri tempo addietro, sul finire di giugno.
Il locale, una masseria ristrutturata, potrebbe essere rozzamente qualificato come "fighino", cioè dall'atmosfera più adatta ad un'ingessata cena aziendale - o a un San Valentino per far colpo sulla pupa - che a una riunione de' noantri da sempre amanti del virilmente ruvido e del ruspante, all'epoca anche vagamente abbrutiti e depressi per le prestazioni dell'italietta al mondiale sudafricano.

Detto dell'atmosfera - un'anti-trattoria insomma - passiamo alle portate che furono in gran parte apprezzate e abbondanti nelle porzioni (in questo scostandosi dalla fighinità):

Si partì con un gustoso antipasto ricotta e salame. Fra i primi possiamo segnalare i "Tagliolini alle verdure e ricotta salata", gli "Strozzapreti al pesto e pomodorini", e le "Tagliatelle alla colza". Gustammo le combinazioni ad un tempo saporite e delicate e la giusta coniugazione stagionale.

Per secondi: un "Filetto angus irlandese" servito a puntino, il "Coniglio alla cacciatora", e le "Costolette di maiale". Tutti generalmente apprezzati. Patate arrosto ingrezzite da troppi aromi furono l'inadeguato complemento.

Per dolci i nostri presero il "Cestino di frutti di bosco" abbastanza deludente e un "Semifreddo al pistacchio" invece valutato positivamente dagli assaggiatori.

La cena fu inaffiata da un godevole san giovese rose nere 2008 e lubrificata dall'olio dell'azienda agricola Del Monaco. Acqua naturalizzata < sic >.

Sui titoli di coda va segnalato che gli arcangelici non avevano da offrire del limoncello, una grave pecca in una serata estiva che lo reclamava.

Il ritorno al vil tristume aziendalistico si ebbe con il conto: 42 euro a testa. Peccato insomma, questo abbassa un rapporto qualità/prezzo che era potenzialmente migliore e inchioda la valutazione dell'Arcangelo Michele sulla metà della nostra scala di valori.

Gran Maestro vacante
Maestro di Cerimonia: Eurhythmicus
Membri presenti
Oeconomicus, Paerthicus, Thysicus

giovedì 18 novembre 2010

Il Coriandolo

Viale Leopardi, 18/20
Lido degli Estensi
44024 Ferrara
0533 328078
www.ristoranteilcoriandolo.it


Le vacanze estive portano sempre a nuove scoperte, ma un Tagliapietre aspirante segnalatore è sempre più propenso alle scoperte che appaghino il senso del gusto.

I Lidi Ferraresi, meta tradizionale per molte famiglie della nostra regione, hanno ragione di vantarsi per il proprio pesce, freschissimo e, spesso ben cucinato.
Un plauso particolare va al ristorante ‘Il Coriandolo’, al Lido degli Estensi, dove è possibile gustare sia il menù di carne sia quello di pesce.
La mia scelta fu quest'ultima.

La mia cena iniziò con un antipasto freddo misto, nel quale il ristoratore si sbizzarrisce con maestria, tra insalate di mare e frutta esotica, gamberetti, alici marinate e molto altro, il tutto cucinato in maniera raffinata ed unica, con gusti originali e prelibati.
Saltando i primi mi tuffai sulla grigliata mista ed alla domanda: -Con anguilla o senza?-, risposi ovviamente: -Con!-.
Che gioia! Quanta abbondanza e che sapori!
Una precisazione è necessaria: cucinare l’anguilla è difficile, poiché una cottura scarsa la renderebbe gommosa ed immangiabile, mentre una eccessiva la trasformerebbe in un carboncino amarognolo. Ma questa è la sua patria e al ‘Coriandolo’ ne sono maestri.
Altro motivo di mio grande apprezzamento fu il vino bianco della casa, gradevole e profumato, contenuto sì in una caraffa, ma servito nel cestello per il ghiaccio, accortezza questa che molti gestori riservano alle bottiglie ‘marcate’ (leggi: costose).
Un segno di classe e di attenzione al cliente.
La cena completa varia tra i 35 e i 45 euro, e sarebbe il caso di recarsi là nei mesi invernali, quando il pesce conosce il proprio periodo più prospero.

Polpette e Crescentine

Via dei Fornaciai 9 / 3
40129 Bologna
051 418 0424
www.polpetteecrescentine.com




Scusate il lungo silenzio…

In un libro di Severgnini lessi una volta di diffidare di qualsiasi ristorante presentasse i propri piatti accompagnati da una foto. Sento di essere abbastanza d’accordo con questa affermazione, ma mi permetto di aggiungere di diffidare anche dei ristoranti con un nome troppo particolare.

Tuttavia, chi potrebbe resistere di fronte a ‘Polpette e Crescentine’?
I Tagliapietre, senza dubbio, no.

Lasciate stare l’immagine della tipica trattoria, con pochi tavoli e la tovaglia a quadrettoni bianchi e rossi: ‘Polpette e Crescentine’ è un ristorante ampio, curato e raffinato, dove la professionalità e la gentilezza del servizio accompagna ottimi piatti, questi sì legati alla tradizione.

Dall’ampia (ed esaustivamente presentata) cantina la nostra scelta cadde su un ottimo Sangiovese Ravaldo del 2007 – Azienda Agricola Berti (www.stefanoberti.com).
Potevamo forse non onorare il nome del ristorante?
Ovviamente no, e la scelta cadde su antipasto di crescentine, accompagnate da squisiti salumi.








Dopo un così gradevole inizio confidavamo molto nella qualità dei primi piatti.
La scelta cadde sui Balanzoni burro e salvia e sulle classicheTagliatelle al ragù.








Entrambi i piatti furono apprezzati a parole e con i fatti: le porzioni abbondanti non ci fermarono e le pirofile tornarono in cucina ben lucidate dalla scarpetta fatta con il pane casereccio.
Lo stesso pane ci accompagnò poi nell’assalto alla seconda parte del nome: Polpette fritte con patate grosse e una succulenta Spalletta di maiale con cipollotti cotta nel Sangiovese.



Il tutto seguito dal re dei nostri contorni: il friggione.





La cena terminò con un’ottima grappa e un conto apprezzabile: al di là delle nostre scelte è possibile cenare con una media di € 30,00.

Una nota per chiudere: il sito del ristorante presenta il menù completo corredato di prezzi, scelta apprezzabile ed apprezzata, considerata l’aura di mistero che spesso avvolge tali pagine internet.
Non solo: i gestori presentano anche nel menù cartaceo l’elenco delle aziende dalle quali si servono per le materie prime (latte, uova, etc.), segno di trasparenza e di cura per i clienti.

mercoledì 17 febbraio 2010

Trattoria da Vanes da Massimino

Via Nazionale 238
40060 Pianoro fraz. Livergnano
tel. 051 77 88 33
www.trattoriavanes.com

Finalmente un'Adunata dei Tagliapietre degna di questo nome! Dopo tre buchi nell'acqua (dell'ultimo non vi abbiamo nemmeno riferito) abbiamo provato questo ristorante che recentemente ha cambiato gestione (settembre 2009). Si trova lungo la statale della Futa, in una zona collinare molto bella poco fuori Bologna. L'insegna sull'esterno recita "Trattoria da Vanes - funghi e crescentine", ma ormai Vanes non è più in cucina ed anche le specialità sono cambiate: le ricette da trattoria casalinga hanno fatto spazio a piatti più originali.

Veniamo accolti con un antipasto composto da una Farinata di ceci fritta, di cui solo il fine palato del Gran Maestro riconosce senza esitazione l'ingrediente base, accompagnata da un calice di prosecco. Ci servono anche diversi cestini con piccole pagnotte calde di diverso tipo (ai semi di sesamo, di papavero, al latte) e grissini, tutto fatto in casa.




Poi, il bis di primi. I Maccheroncini freschi alla carbonara di verdure in salsa allo zafferano, con carote, zucchine, finocchio, sono veramente un ottimo inizio, da premiare spazzolando il piatto con le suddette pagnotte.






A seguire, Passatelli asciutti saltati con cipollotti stufati e prosciutto. Questa portata è da provare, con il prosciutto ben abbrustolito e il sapore unico dei passatelli, specialità romagnola a base di pangrattato, parmigiano e uova preparata nel brodo di carne (assolutamente da conoscere).

Il nostro convitato più giovane ha assaggiato invece i Tortelloni burro e salvia, con sfoglia ruvida e grossa e degna di menzione.

I primi sono stati accompagnati da un Trebbiano Chardonnay Rubicone, IGT della cantina San Valentino: un bianco decisamente non al livello della cucina, pur se non malvagio.

Il bis di secondi: Cotoletta alla bolognese, saporitissima e ben lontana dall'essere quel mattone che alcuni locali propinano, e Petto d'anatra con ragù di olive e filetti d'arancia, dalle carni appena scottate e molto apprezzata da tutti.





Come contorni ci hanno servito Patate fritte un po' diverse, fritte con la buccia e aromatizzate con erbe, e Cicorietta piccante.



Ad accompagnare i secondi, un Sangiovese Merlot Rubicone, sempre della cantina San Valentino. Anche questo, seppur più gradevole del bianco, non al livello della cucina.


Infine i dolci: Yoghurt al frutto della passione e Bavarese di pere.



Il menu è stato interamente proposto dallo chef Massimino in anticipo ed è stato molto apprezzato da noi tutti, ognuno con la propria portata preferita.

Unica nota negativa sono stati i vini, ma va considerato che nella proposta di menu erano specificati come "vino della casa, 1 bottiglia ogni 3 persone". Il "vino della casa" solitamente è un vino da tavola che nei casi migliori è malapena bevibile. Non è questo il caso: è vino in bottiglia decente ma non di particolare qualità e che, accostato ad una cucina di buon livello, fa misera figura. Tuttavia va considerato che alle pareti di bottiglie ne abbiamo viste parecchie: spendendo qualcosa in più confidiamo che si possa bere bene quanto si è mangiato. A proposito: per tutto il menu, dolce, caffè e grappa compresa, abbiamo speso 35 euro, con un rapporto qualità/quantità/prezzo più che notevole.

Anche questa volta non abbiamo sciaguratamente portato il Sacro Calibro con noi, per cui dalle foto non si evince la vera dimensione delle porzioni. Assicuriamo il lettore che però il Divino ci ha benevolmente protetto ugualmente e ci siamo alzati da tavola ben più che sazi e soddisfatti, senza tuttavia la sensazione di oppressione ed appesantimento che segue certi pranzi abbondanti.

Gran Maestro: Mysophormoticus
Maestro di Cerimonia: Paerthycus
Membri presenti: Oeconomicus, Thysicus, Eurhythmicus