lunedì 20 ottobre 2008

Ristorante Senzanome

via Senzanome 42a
40123 Bologna
tel. 338 1081193



Il locale, composto da due sale (una al piano terra ed una al primo piano), si presenta, nella propria bianca essenzialità, "lindo" e conseguentemente confortevole, arredato con gusto.
Ma passiamo a ciò che più ci preme: Corrado ci accoglie con un'entrata di mortadella - correttamente tagliata in lauti cubetti - spolverata d'elegante zenzero ed accompagnata da una focaccia casereccia d'impasto sciapo e cosparsa di sale grosso.
Nel porre il primo buon passo, leggiamo il menù, che non è corretto definire tale, costituito da tre portate, che non è corretto definire tali:
1) Menù di degustazione di pesce, di carne o vegetariano (due portate e dessert) - €25
2) Piatto unico di pesce, di carne o vegetariano - €15
3) Formula godereccio di pesce, di carne o vegetariano (due portate, dessert e vino locale) - €35
Cosa scegliemmo? Domanda che non abbisogna risposta alcuna, se non una specificazione circa l'opzione "carne", consigliataci dal suddetto Corrado.

Bene, come vino locale abbiamo scelto un particolarissimo Lambrusco dell'Emilia Vigna Migliolungo, prodotto troppo spesso e troppo facilmente screditato. Particolarissimo perché composto da 40 cultivar antiche o tradizionali di cui 21 sono qualità di lambrusco (ricordiamo il Lambrusco Oliva, l'Amabile di Genova, il Marzemino e la Sgavetta), prodotto dalla Cantina Arceto in cooperazione con l'Istituto Tecnico Agrario "A. Zanelli" sotto l'etichetta Indicazione Geografica Tipica, vendemmia 2007. Questo vino prelibato, vincitore di stimate competizione degustative, profumatissimo e molto equilibrato, che ci regala un'allegra rubina spuma lambruschina, nobilmente accompagna e si porta con sé, lasciando il palato pulito e fresco, i delicatissimi aromi e la gentile grassezza d'un maialino da latte caramellato al forno con pomodoro fresco, melanzane ed erbe aromatiche, fra cui riconosciamo, inconfondibili, basilico, salvia e timo. La cottura è ineccepibile, lasciando essa alla carne tutta la succulenza che per natura possiede e conferendole pregiatissima croccantezza esterna, rinfrescata dal buon dolce pomodoro e dalla melanzana soda, nonostante la mancante stagionalità. Ed ora, un calcio al Galateo: la scarpetta che il piatto regala alla sopra menzionata focaccia si colloca senza sforzo fra gli apici di tutta la cena.


Seguono tortelli di zucca con funghi porcini ed erbe aromatiche (il timo qui regna). Il fungo si perde un po' poiché i tortelli, in sé assolutamente ineccepibili (forse lessati in un buon brodo di carne?), sono portatori d'un ripieno intenso dalla zucca - essa sì, in piena stagionalità! - vivace e presente, arricchita d'ulteriori erbe aromatiche. Bene, benissimo! Ma un neo lo dobbiamo denunciare. Allorché l'imprudente sottoscritto denunciò il primo consumo d'un secondo succeduto dal secondo d'un primo, il nostro "assistente" fece notare che la filosofia del ristorante non soggiace alla tradizionale categorizzazione delle portate. E questo certo non ci turba. Però fatto incontestabile è che qui il Lambrusco s'è imbarazzato, sentendosi fuori luogo; e ne aveva ben ragione, ché un aromatico bianco avrebbe abbracciato il tortello con motivato affetto.


Comunque sia, il lambrusco ha trovato fine ed ha visto come sostituto un Gutturnio "La Tosa", anch'esso del 2007, proveniente dall'Azienda Agricola di Ferruccio e Stefano Pizzamiglio e composto per il 65% di Barbera e per il 35% di Bonarda. Ma il lettore più attento si sarà accorto che le portate a nostra disposizione erano a quel punto esaurite. Forse che quel vino di buon corpo (14% vol.), dal rosso rubino carico ed intenso, dovesse accompagnare un dessert?







Altra fu la portata: un aggiuntivo agnello, precisamente costolette, alla scottadito, servito nella sua padella di cottura con una leggera impanatura e con quelle erbette che hanno costituito il profumato fil rouge della cena intera (anche in questo caso, solido il timo).





La carne, tanto tenera da far pensare ad una sfibratura, era da accompagnarsi con una purea di patate (ebbene sì, di patate vere!) sormontata da cipolle glassate, servita nel singolo piatto di ciascun commensale. Le dita sono state abbondantemente "ciucciate", "poppate" con infantile ardore... anche qui, con buona pace del Galateo.



Il dessert una crostata di cioccolata con crema inglese, in cui di particolare nota è l'amarezza e la consistenza della cioccolata fondente, su base di buona pasta frolla, con le garbate nuances della crema, semplice e schietta (i cucchiai!).





Gentilmente offerti sono stati i successivi biscotti, di produzione propria, con gosse di cioccolata, molto gradevoli; meno gradevole l'abbinamento con un vinello di scomposta dolcezza non notificatoci e che, onestamente scrivendo, non abbiamo rincorso.

La grappa era una distillazione di Franciacorta servita in una sorta di piccolo beaker, il quale misurava 3 once (7 cl.): tonda, amabile e profumata, dal ricordo non particolarmente incisivo.









Sul prezzo occorrono pochi ma indispensabili ragguagli: la nostra spesa è stata di poco superiore a €37, ma una portata ci è stata esplicitamente - e ringraziamo - offerta. Va ricordato inoltre che il ristorante è di nuova gestione, con l'alta probabilità d'una prima fase "lancio" che rischia di falsare la reale valutazione che solo il tempo potrà veritieramente dichiarare. Stimiamo che la spesa, a pieno regime, possa giungere, e fors'anche superare, la quota di €50.
Certa è una grande soddisfazione che il gusto, i sapori, gli aromi così eleganti hanno alsciato alla memoria degli Accademici.
Un'ultima riga per dire che Donna Assunta ci segnala come chef l'apprezzato Cesare Marretti. Non ne abbiamo conferma, ma la fonte è di rara attendibilità. Ci limitiamo a segnalare un evidente parallelismo fra lo stile del citato cuoco (www.cesaremarretti.com, ovvero il suo già attivo esercizio in Bologna www.artefood.com) e la cura estetica dimostrataci durante la nostra piacevolissima visita al Ristorante Senzanome.

Segretario: Mysophormoticus
Maestro di Cerimonia: Eurhythmicus
Membri presenti: Oeconomicus, Thysicus

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma la mortadella (citata all'inizio del post) è da preferirsi a cubetti oppure a fette?
sono certo che su questo annoso quesito i tagliapietre hanno una posizione netta ed autorevole, ne può nascere un filone di discussioni

Ghiottohannes (fratello più giovane di Oeconomicus)

Oeconomicus ha detto...

molto più gustosa è a cubetti. come antipasto è sublime accompagnata a generose scaglie di parmigiano

ELENA ha detto...

Un ristorante bellino dove si mangia bene però purtroppo il servizio lascia tanto a desiderare... Sono stata il 28/10/2009 insieme ad una amica e dopo aver aspettato più di 50 minuti e vedendo che altri clienti che errano arrivati dopo di noi e avevano già finito di mangiare, chiedendo al cameriere che ci serviva se dobbiamo aspettare ancora molto lui ci ha risposto che dobbiamo aver pazienza. Quando gli ho fatto notare questa cosa degli altri clienti ci ha risposto in un modo molto "educato" dicendo : "se non avete pazienza e avete fretta andate a McDonalds che si paga di meno e sono più veloci e non venite più qui" d'avanti a tutti clienti che si trovavano li in quel momento, sottolineando anche che si è sentito offeso della mia domanda... Veramente ci ha lasciato "SENZA PAROLE" pero con la certezza che la seconda volta non ci andremmo più a "SENZANOME" perché dei ristoranti dove si mangia bene sono tanti e il servizio dedicato ai clienti è impeccabile!!!

Eurhythmicus ha detto...

Ciao Elena,
mi dispiace molto per la segnalazione. Sono tornato al Senza nome un mesetto fa e mi sono trovato benissimo, tanto da spingermi a consigliarlo ad un amico che ci è andato martedì sera (27/10) e mi ha ringraziato moltissimo. ha fatto bene a segnalare questa cosa però, perchè nessun piatto vale quanto l'educazione e l'attenzione al cliente.