Bar Trattoria Rossena di Violi Anna
Via per Rossena, 37
Rossena - Canossa (RE)Via per Rossena, 37
tel:
333/9783397
0522 878144
Sento che si sta per condensare uno dei meta-post esortativi del Cerbero-Smiltius, lo prevengo con una segnalazione che attinge alla memoria di una giornata sull'appennino reggiano:
Dal privilegiato baricentro bolognese i Tagliapietre talvolta si muovono e, dopo aver percorso porzioni della via Emilia, si infilano nelle valli a pettine tra lo spartiacque appeninico e il Po.
In una di queste occasioni 2 membri dell'Ordine accompagnati da gentili donzelle si trovarono a girovagare nell'Arcadia dei mille sentieri matildici che partono dalle colline alla periferia di Reggio verso l'interno fino alla Pietra di Bismantova e oltre ancora.
I Nostri giunsero a mezzodì presso il poderoso e mirabile castello di Rossena, poderosa era anche la fame del gruppo fiaccato dalle respinte di 2 osterie-ristoranti: quei posti consigliati dalle guide e per questo assaltate in massa dal popolo nelle giornate festive.
Stava ai piedi del castello un barettino scialbo, all'apparenza buono per cicchetti e tornei di tresette: sopraffatto dall'appetito il gruppo si rassegnò a mangiare un panino colà. Che sorpresa nello scoprire che da una porticina affianco al bancone si accedeva a una vasta sala interna adibita ai crismi della ristorazione comoda!
L'ambiente era decorato con il gusto kitsch che solo certi emiliani sanno raggiungere: spadoni, scudi, asce, guerrieri indiani intagliati, simboli mistici di svariate religioni. I complementi d'arredo avevano la particolare coerenza di una teoria del tutto. Il calore del luogo, la gioia dello scampato-panino, il primo giro di vino portarono un gran buonumore. La soddisfazione crebbe con le portate.
Castagne, patate, maiale, funghi, zucca, ortiche, latte... grande è in potenza (aristotelicamente parlando) la nostra cucina, in questa trattoria si rivelò in splendidi atti scalda-anima. In onore di quel luogo e di quel giorno innalzo un canto di lode:
Canto la terra fra l'Enza e il Secchia
i feudi che furon di Matilde di Canossa
Canto le brume d'autunno
fra arcigni castelli e dolci colline
Canto le castagne e le patate,
e il maiale e i funghi.
Sia lode all'oste che ci accolse
peregrini, in cerca di Storia
e di Sapori.
7 commenti:
Che racconto commovente.. mi è venuta fame!
Ma chi era il secondo Tagliapietre? Si specifichino i responsabili!
Responsabili de che?
Cmq era lo Smiltius
NUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM!
scrivete:
i tagliapietre recensioni osterie
nelle ricerche di google e beatevi...
Finalmente il giusto riconoscimento all'importanza dell'Ordine!
Qual dolce ricordo di medievali coreografie!
Sempre dolce m'è ricordar le prelibatezze d'allora.
Non dimentichiam anche la possibilità di chiamar a gran voce i titolari di tal osteria per l'organizzazione (anche nelle proprie case) di meravigliosi deschi in costume.
sì ora mi sovviene...
però questo servizio non era a prezzi popolari se non sbaglio.
mi pare sui 50-60 euro, del resto ti possono cucinare cose tipo il cinghiale allo spiedo...
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