lunedì 3 dicembre 2007

Rossena


Bar Trattoria Rossena di Violi Anna
Via per Rossena, 37
Rossena - Canossa (RE)
tel:
333/9783397
0522 878144

Sento che si sta per condensare uno dei meta-post esortativi del Cerbero-Smiltius, lo prevengo con una segnalazione che attinge alla memoria di una giornata sull'appennino reggiano:


Dal privilegiato baricentro bolognese i Tagliapietre talvolta si muovono e, dopo aver percorso porzioni della via Emilia, si infilano nelle valli a pettine tra lo spartiacque appeninico e il Po.

In una di queste occasioni 2 membri dell'Ordine accompagnati da gentili donzelle si trovarono a girovagare nell'Arcadia dei mille sentieri matildici che partono dalle colline alla periferia di Reggio verso l'interno fino alla Pietra di Bismantova e oltre ancora.

I Nostri giunsero a mezzodì presso il poderoso e mirabile castello di Rossena, poderosa era anche la fame del gruppo fiaccato dalle respinte di 2 osterie-ristoranti: quei posti consigliati dalle guide e per questo assaltate in massa dal popolo nelle giornate festive.

Stava ai piedi del castello un barettino scialbo, all'apparenza buono per cicchetti e tornei di tresette: sopraffatto dall'appetito il gruppo si rassegnò a mangiare un panino colà. Che sorpresa nello scoprire che da una porticina affianco al bancone si accedeva a una vasta sala interna adibita ai crismi della ristorazione comoda!

L'ambiente era decorato con il gusto kitsch che solo certi emiliani sanno raggiungere: spadoni, scudi, asce, guerrieri indiani intagliati, simboli mistici di svariate religioni. I complementi d'arredo avevano la particolare coerenza di una teoria del tutto. Il calore del luogo, la gioia dello scampato-panino, il primo giro di vino portarono un gran buonumore. La soddisfazione crebbe con le portate.

Castagne, patate, maiale, funghi, zucca, ortiche, latte... grande è in potenza (aristotelicamente parlando) la nostra cucina, in questa trattoria si rivelò in splendidi atti scalda-anima. In onore di quel luogo e di quel giorno innalzo un canto di lode:


Canto la terra fra l'Enza e il Secchia
i feudi che furon di Matilde di Canossa
Canto le brume d'autunno
fra arcigni castelli e dolci colline
Canto le castagne e le patate,
e il maiale e i funghi.

Sia lode all'oste che ci accolse
peregrini, in cerca di Storia
e di Sapori.

7 commenti:

Oeconomicus ha detto...

Che racconto commovente.. mi è venuta fame!

Mysophormoticus ha detto...

Ma chi era il secondo Tagliapietre? Si specifichino i responsabili!

Thysicus ha detto...

Responsabili de che?
Cmq era lo Smiltius

Thysicus ha detto...

NUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM!
scrivete:

i tagliapietre recensioni osterie

nelle ricerche di google e beatevi...

Oeconomicus ha detto...

Finalmente il giusto riconoscimento all'importanza dell'Ordine!

Eurhythmicus ha detto...

Qual dolce ricordo di medievali coreografie!
Sempre dolce m'è ricordar le prelibatezze d'allora.
Non dimentichiam anche la possibilità di chiamar a gran voce i titolari di tal osteria per l'organizzazione (anche nelle proprie case) di meravigliosi deschi in costume.

Thysicus ha detto...

sì ora mi sovviene...
però questo servizio non era a prezzi popolari se non sbaglio.
mi pare sui 50-60 euro, del resto ti possono cucinare cose tipo il cinghiale allo spiedo...